Un caso che non fa notizia, eppure si tratta di un ennesimo “femminicidio”, ma che non ha trovato risonanza nella stampa e nei telegiornali nazionali, forse perché la vittima è stata così lesta da sottrarsi al colpo mortale e a sopravvivere ? o forse perché la vittima è una donna nigeriana e l’aggressore, suo marito, è un uomo italiano ?
Sta di fatto che la storia di Vera, 42 enne nigeriana non ha trovato spazio nei tg nazionali. Forse nel clima di odio ormai dilagante sponsorizzato e orchestrato dalla politica non bisognerebbe parlare anche in questo caso di discriminazioni razziali, anche chi scrive dovrebbe forse astenersi dal fare illazioni in tal senso, allora mi limiterò a raccontare un fatto e denunciare un particolare : l’aggressore di Vera, suo marito, un pensionato di 70 anni è agli arresti domiciliari.
Lunedi 24 giugno Vera si sarebbe dovuta svegliare molto presto per recarsi in ospedale, il giorno prima, infatti, aveva ricevuto una chiamata dall’ospedale dov’era in cura, per sottoporsi ad un’importante operazione di trapianto che attendeva da anni. Vera felice va a dormire, quel trapianto lo attendeva da anni, la mattina invece verso le 5 viene svegliata dal marito, chino sopra di lei con un coltello da cucina in mano, che la minaccia con le parole più cruente :“io ti devo ammazzare” .
Vera riceve i primi colpi al petto nella più completa incredulità rispondendo anche al suo aggressore “Amore perché mi vuoi ammazzare ?” poi finge di essere morta sotto quei colpi, il marito si sposta al lato della sua vittima, Vera riesce a colpire a sua volta l’uomo, scappare dalla porta e dare l’allarme ai vicini che riescono a prestarle soccorso e avvertire i carabinieri.
Il movente del gesto non è chiaro; magari può essere che la malattia della moglie abbia debilitato psicologicamente il marito, ma quella mattina Vera si sarebbe dovuta sottoporre ad un trapianto magari risolutivo per la sua malattia, si spera che sarà la magistratura e le indagini a dare una risposta, per ora sappiamo che gli inquirenti non hanno ritenuto la necessità della custodia cautelare in carcere, ma hanno stabilito la misura meno coercitiva degli arresti domiciliari.
Ora Vera vive nell’incubo che il marito possa tornare, e magari provare a ucciderla di nuovo, da una prima ricostruzione gli inquirenti suppongono che il marito volesse uccidere la moglie e poi suicidarsi, basta questo per ritenere che il marito non sia più pericoloso per l’incolumità della donna e prevedere la misura degli arresti domiciliari ?
Forse questo è solo l’ennesimo caso di violenza nei confronti di una donna sottovalutato da chi dovrebbe garantirne la sicurezza, ma ormai siamo abituati alla schizzofrenia del sistema giudiziario italiano, ma la domanda è un’altra : perché questo caso è stato sottovalutato anche dai media e dalla stampa nazionale ? se fosse stato un marito nigeriano, colpevole dell’aggressione alla moglie italiana, il caso avrebbe avuto una maggiore risonanza mediatica?
Lucia Anna Todisco
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